LANCIA PRISMA 1.6 IE
Testo e foto di Renato Agliata
Cittiglio (VA)







Ecco la storia di un'auto dalla vita tranquilla. Trattasi di una Lancia Prisma 1.6 i.e., telaio 831AB003280368, immatricolata il 1° aprile 1987 in provincia di Milano, poi passata a Varese in seguito al riscatto del contratto di leasing nel 1990, colore alluminio metallizzato, interni in tessuto azzurro, che all'origine monta come accessorio soltanto il tetto apribile, mentre il servosterzo, inizialmente optional, era già divenuto di serie su questa versione.
Nel 1987 il sottoscritto aveva poco meno di 7 anni, e sulla "macchina grande" si facevano principalmente le vacanze e spostamenti medio-lunghi. Il ruolo di "mulo" infatti lo svolgeva prima una gloriosa Fiat 126 gialla del 1975, seguita nel 1988 dall'Autobianchi Y10 4WD, che ci ha accompagnati robustamente col suo FIRE 1000 fino al 2000, anno in cui fu venduta al vicino di casa, che (sigh!) la sta sfruttando parecchio. Ma è meglio così che saperla rottamata...
Ma torniamo a noi. Si diceva che la Prisma si usava poco: infatti da un calcolo sommario si evince che in 16 anni e mezzo ha percorso una media di 6.800 km all'anno.
Sempre ricoverata al sicuro nel garage, ha visto emergere solo i classici segni ben conosciuti agli appassionati di auto italiane anni '70 e '80, ovvero la famigerata ruggine, regolarmente curata ma sempre da tener d'occhio. Non si tiene qui conto dei normali graffi e "toccatine", dalle quali nessuna auto è putroppo immune.
L'unico incidente subito fu un tamponamento che nel 1990 provocò la temporanea trasformazione in Delta... Dopo la sistemazione, la vita è proseguita nel solito tran-tran, con un uso attento e sempre limitato.
Nel frattempo il sottoscritto arriva all'età della patente, e la Prisma diventa prima un miraggio (giustamente, dato che la "gavetta" si fece sulla Y10 e sulla Uno 60 blu del nonno), poi una realtà e un vanto nelle classiche disfide scolastiche tra neopatentati, data la superiorità di prestazioni garantita dal bialbero di 1585 cc a iniezione elettronica IAW Weber-Marelli, che eroga 108 CV a 5900 giri con una coppia di 13,8 kgm a 3500 giri. Il tutto con una velocità massima di 191 kmh. Davvero non male.




Presto passa la "febbre", e il ricambio delle auto di famiglia va via senza che "lei" venga toccata. La Y10 cede il posto ad una Daewoo Matiz, mentre la inaffidabile Uno ex-nonno viene (non so come e con che faccia tosta nostra e con quale colossale ingenuità dell'acquirente) venduta e passa il testimone ad una Peugeot 206 1.6 16v, che concentra su di sè per qualche tempo le mie attenzioni.
La Prisma però ha qualità superiori sia negli allestimenti che nelle prestazioni, oltre ad uno stile innato che ovviamente manca alla pepata francesina, e questo basta per convincermi che sia l'italiana l'ideale per me.
Così inizio a usare sempre lei, e sempre con attenzione e cura che diventano col tempo quasi maniacali. Nell'aprile 2002 si cambia il bulbo del termostato, che, guasto, non comanda più l'accensione della ventola del radiatore, e in luglio si sostituisce la frizione. A fine estate prendo la decisione di iniziare a lavorare, pur continuando gli studi. Negli stessi giorni, l'8 settembre, metto in rete le prime pagine del sito members.xoom.virgilio.it/lanciaprisma, che dopo due mesi saranno accompagnate dal dominio www.lanciaprisma.org. Inizia così ufficialmente la ricerca di appassionati estimatori e possessori del modello, già avviata sul forum del sito viva-lancia e che mi aveva portato a incontrare l'amico Maurizio e la sua 1.600 del 1985. Grazie al sito ho trovato altri amici che incontrerò quanto prima possibile.
Nel mese di ottobre si aprono le iscrizioni al III Raduno Lancia, che si tiene nel mese di luglio a Conegliano (TV). Sono il quinto iscritto, la prima Prisma a mettere le proprie ruote nell'elenco di questo raduno, già diventato un riferimento per molti amici Lancisti. Nel mese di febbraio 2002 acquisto da un amico una radio Kenwood del 1993, che mio cognato installa in quattro e quattr'otto sulla Prisma, già dotata di due casse anteriori a supporto di una antiquata radio Grundig, senza lettore di cassette e con sintonizzazione da farsi ancora con la "rotella".
Mi procuro un coprisedile per il lato guida, installo due profili di gomma nera sulle portiere anteriori e in settembre recupero e monto quattro cerchi in lega "Originale Lancia", commettendo però un "falso": la colorazione brunita era infatti riservata alle Delta LX, ma l'accostamento cromatico mi piace, quindi non mi crea problemi. In tal modo equipaggio i cerchi in lamiera con quattro pneumatici invernali, che provvederanno a farmi viaggiare più tranquillo nei mesi freddi. In precedenza avevo aggiunto lo specchio retrovisore destro, mentre già nel 1988 era stato montato, per praticità, il sedile posteriore sdoppiato. Nel febbraio 2003 devo sostituire il devioluci: la leva delle frecce, infatti, non scatta più verso sinistra. Dato che lavoro a 5 km da casa, decido di acquistare un "due ruote": prima opto razionalmente per un bello scooter catalizzato del 2000, poi l'anima vespista si rivela con forza nel mese di marzo, quando mi metto alla ricerca di un PX. Detto, fatto. Un mese dopo metto in vendita il "moderno" e monto in sella alla mia gloriosa Vespa PX125E del 1981, con soli 15.480 km, che oltre a farmi andare in giro "con le ali sotto piedi" da casa al lavoro e da casa alle lezioni di musica in grande economia e risparmiando la Prisma, mi permetterà di percorrere svariati km a spasso su e giù per le montagne.
Nello stesso periodo al mio meccanico arriva una Delta LX da mandare in demolizione. In poche ore smonto lo smontabile, facendo incetta di pastiche e portiere e portando a casa alcune parti praticamente nuove quali il devioluci (a saperlo prima...) e il motore dei tergi. Il tutto rigorosamente a costo zero.
Nel dicembre 2002 viene alla luce una noia al cambio: si scoprirà, smontandolo completamente nel mese di maggio, che l'ingranaggio della prima manca di alcuni denti e va quindi sostituito. Bene, la Fiat non fabbrica più tali ricambi! Si cerca quindi nei magazzini Lancia in tutta Italia. Se ne trovano due: uno a Foggia e l'altro a Brescia. Si opta per il bresciano e la questione per fortuna si risolve. Con l'occasione è stato pulito ogni ingranaggio, torniti gli alberi e sostituiti i cuscinetti e le guarnizioni, restituendomi un cambio praticamente nuovo, al prezzo di un mio stipendio mensile, tre settimane di fermo macchina sul ponte e una scarica di adrenalina provocata da un'incursione notturna di ladri, che fortunatamente puntavano agli utensili, nell'officina del mio meccanico. Dopo questo intervento la Prisma mi accompagna prima a due esami, passati brillantemente, in Conservatorio a Darfo (BS), poi ad un fine settimana in Trentino che registra il memorabile incontro con il sig. Grandi e la sua Aprilia 1500 del 1939, e si prepara al grande evento del 19 luglio partecipando alla simpatica manifestazione del CAVE di Marchirolo (VA) la settimana precedente. Venerdì 18 luglio, ore 15.00: esco da casa, faccio il pieno e via! A Lainate mi trovo con l'amico Maurizio e la sua Delta, che condividono con me la pessima esperienza di oltre 3 ore in coda in tangenziale, si fa quindi Agrate-Brescia in statale e si arriva a Conegliano alle 23.30 a fronte di un preventivato 19.30-20.00. La mattina seguente la mia Prisma si presenta puntuale sul piazzale del castello di Conegliano, da dove con altre 42 Lancia partirà per una giornata davvero indimenticabile.
Vengono quindi le ferie, in Trentino, dove la seconda sera la batteria decide che è ora di farsi sostituire e mi sorprende con un cortocircuito notturno che davvero poteva risparmiarsi, mentre l'alzavetro elettrico lato guida, bloccatosi, è stato riparato dall'elettrauto usando pezzi recuperati dal sinistro della "fu" Delta LX menzionata in precedenza, e arriviamo finalmente ad oggi: il 12 ottobre all'Autodromo di Monza si celebra il 40° anniversario della Fulvia, il 30° della Beta coupè ed il 20° della Prisma.




Mentre scrivo la mia Prisma ha all'attivo 112.100 km, e a livello meccanico registra soltanto una lieve perdita di liquido dal radiatore, giudicata attualmente trascurabile dal mio fido e valente meccanico Luigi Todeschini di Gemonio, ha della ruggine che fiorisce nella zona del battitacco anteriore lato guida e in qualche altro angolo, e c'è la cappelliera con la pellicola superficiale quasi del tutto sollevata. A risolvere la questione penso o di sostituirla, o di installare un impianto audio coi fiocchi e tagliarla senza rimorsi per fare posto a due casse posteriori.

Passiamo infine all'analisi di dotazioni e tecnica.
Era nutrita - per l'epoca - la dotazione di serie, che già comprendeva vetri elettrici anteriori, chiusura centralizzata, check panel, oltre ad una strumentazione comprendente tachimetro, contachilometri totale e parziale, contagiri, termometro acqua, econometro, voltmetro e indicatore livello carburante. Sulle finiture, Quattroruote scriveva "...il livello è molto elevato per la qualità dei materiali impiegati e per l'accuratezza del montaggio dei particolari; bene anche l'esterno". Quattroruote, che la prova nel luglio 1986, accredita la Prisma 1.6 i.e. di 191,150 kmh di velocità massima e 0-100 kmh in 9,7 secondi. Il tutto con consumi piuttosto contenuti (nell'uso quotidiano registro i 13 km/litro), che uniti a un serbatoio carburante da 57 litri danno all'auto una notevole autonomia. MOTORE: 4 cilindri in linea - Alesaggio 84 mm - corsa 71,5 mm - cilindrata 1585 cc - Rapporto compressione 9,7:1 - Potenza max. 108 CV CEE (79,4 KW) a 5900 giri/min - Coppia max 13,8 kgm CEE (135 Nm) a 3500 giri/min - Potenza specifica 68,1 CV/litro CEE (50,1 KW/litro) - Valvole in testa - Due alberi a camme in testa (cinghia dentata) - Lubrificazione forzata - Filtro olio su circuito principale - Capacità carter 4 kg - Alimentazione a iniezione elettronica IAW Weber integrata con l'accensione - Filtro aria a secco - Impianto elettrico 12 V, alternatore 55 A, batteria 40 Ah - Raffreddamento ad acqua a circolazione forzata - Capacità circuito 6,5 litri.
TRASMISSIONE: Motore anteriore trasversale, trazione anteriore - Frizione monodisco a secco - Cambio a 5 velocità - Rapporti di trasmissione: I) 3,583; II) 2,235; III)1,550; IV) 1,163; V) 0,959; RM) 3,714 - Comando a leva centrale - Coppia cilindrica elicoidale - Rapporto al ponte 3,588:1 - Pneumatici 165/65 SR 14.

CORPO VETTURA: Berlina 5 posti, 4 porte - Carrozzeria portante - Avantreno MacPherson, bracc inferiori oscillanti, montanti verticali, molle elicoidali, barra stabilizzatrice - Retrotreno MacPherson, bracci trasversali, puntoni di reazione longitudinali, molle elicoidali, barra stabilizzatrice - Ammortizzatori telescopici anteriormente e posteriormente - Freni (doppio circuito) a disco sulle quattro ruote con servocomando - Freno a mano sulle ruote posteriori - Sterzo a cremagliera con servocomando - Capacità serbatoio carburante 57 litri.

DIMENSIONI E PESO: Passo 2,475 m - Carreggiata anteriore 1,402 m, posteriore 1,400 m - Lunghezza 4,180 m - Larghezza 1,620 m - Altezza 1,385 m - Diametro sterzata 10,5 m - Peso in ordine di marcia 995 kg.

Costruita nello storico Stabilimento Lancia di Chivasso, la Prisma 1.6 i.e. costava nel 1986, chiavi in mano, L. 18.707.000. Gli accessori a richiesta: Servosterzo L. 714.000 - Alzacristalli elettrici posteriori L. 378.000 - Cristalli atermici L. 136.000 - Specchio retrovisore destro L. 41.000 - Tetto apribile L. 566.000 - Ruote in lega L. 501.000 - Tergi fari + correttore assetto fari L. 277.000 - Vernice met. L. 295.000 - Tendine parasole + appoggiatesta post. L. 171.000 - Trip computer L. 324.500 - Specchietto esterno supplementare + sedile posteriore sdoppiato L. 224.000 - Riscaldatore automatico L. 354.000 - Manometro pressione olio L. 59.000. Nel 1986 il bollo annuale costava L. 86.700, i tempi di consegna dichiarati erano di 30 giorni e la garanzia di 12 mesi a km illimitati. Il primo tagliando - gratuito - era previsto a 1500-2000 km.

Lunga vita alla Prisma!




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ALESSANDRO
D'ALESSANDRO
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